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Selinunte

Il più grande Parco Archeologico d'Europa

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Selinunte

Con il trascorrere dei secoli, alcuni siti archeologici della Sicilia sono stati deturpati dalle moderne costruzioni che li circondano, ma Selinunte concorre con Segesta per la bellezza incontaminata del suo ambiente. È noto come questa sia una delle più importanti zone archeologiche del Mediterraneo sia per l'imponenza e la maestosità delle sue rovine sia per l'importanza storica, testimoniata dalle fonti e convalidata dai resti archeologici.

Bagnata a sud dal mare, l'antica acropoli occupa un incantevole paesaggio bucolico con piante selvatiche, erbe aromatiche e una specie di sedano che diede il nome alla colonia (in greco selinon). L'antica Selinus fu fondata nel 651 a.C. dai Greci di Megara Iblea (a nord di Siracusa) perchè attratti dalla fertile pianura alluvionale di questa zona. La colonia greca prosperò per 200 anni, attirando l'interesse e l'invidia di Segesta, città poco distante. Nel 409 a.C., in seguito all'alleanza tra Selinunte e Siracusa contro i Cartaginesi, I segestani si coalizzarono con la potenza nordafricana, scatenando un esercito di 100.000 soldati contro la vicina colonia. Selinunte cadde in soli nove giorni, con il massacro di 16.000 cittadini e 5.000 ridotti in schiavitù. Nei secoli successivi si insediarono tra le rovine alcuni gruppi di Bizantini e di Arabi. La distruzione della città non fu dovuta solo all'assalto di Segesta ma anche alle conseguenze di vari terremoti. Riscoperta nel 500 e nei primi anni 20 dell'800, ebbero inizio gli scavi sotto la direzione degli Inglesi Samuel Angel e William Harris.

Il sito è suddiviso in tre gruppi: il trio di templi sulla Collina Orientale, i cinque templi dell'antica acropoli (la cittadella) e l'area sacra del santuario di Demetra Malaphoros. Gli otto templi sono stati nominati con le lettere dell'alfabeto poiché non si conosce a quale Dio fossero dedicati. Alla Collina Orientale vi si accede dai lavori di sterro all'entrata del sito e del parcheggio. Tra i templi adiacenti solo quelli contrassegnati dalla lettera E (480-460 a.C.) e dalla lettera F sono ben conservati, tra quelli del gruppo G resta in piedi solo una colonna a colpire di più l'immaginazione. Questo era il secondo tempio più grande in Sicilia dopo quello di Zeus Olimpico ad Agrigento: aveva 17 colonne in lunghezza e 8 colonne in larghezza (disposizione simile a quella del Partenone di Atene), per una misura totale di 110 per 50 metri. Ogni colonna era alta 16 metri, con un diametro di 3,5 metri ed era composta da diversi tamburi di pietra da 100 tonnellate.

Dalla Collina Orientale in 10 minuti a piedi, lungo la Strada del Templi, si giunge all'Acropoli. Lungo il percorso si passa davanti al vecchio porto, ormai interrato. Nell'acropoli vi erano edifici civici e religiosi e un paio di abitazioni appartenenti ai cittadini più in vista. Le colossali mura furono erette nel 306 a.C., ma non resistettero all'impeto dei Cartaginesi, mentre il Tempio C è il monumento più antico risalente all'inizio del VI secolo ed il meglio conservato dell'intero sito. Le celebri metope conservate nel Museo Archeologico Regionale di Palermo appartenevano a questo tempio. Ancora 10 minuti di cammino e si giunge al santuario di Demetra Malaphoros (575 a.C), luogo sacro che verte su un grande altare sacrificale dedicato alla dea. Nei dintorni si trova una necropoli ancora da scavare, che si estende per diversi chilometri verso ovest.

Nel 1993 è stato creato a Selinunte un vasto parco Archeologico, il più grande d'Europa: 270 ettari di terreno, sette volte, tanto per fare un esempio, l'estensione del complesso Foro Romano-Palatino. Tutto il terreno è diventato proprietà pubblica, il che garantisce la salvaguardia dell'intero complesso e lo preserva per l'avvenire da ogni possibile minaccia di invasione edilizia, privatizzazioni e ulteriore degradazione ambientale.

Dopo aver visitato il sito, proseguendo verso occidente, ci si può soffermare su una spiaggia, adiacente alla stazione balneare di Marinella e pranzare in una delle vicine trattorie di via Marco Polo. In alternativa, si può considerare l'idea di un picnic nell'ombrosa vallata tra l'Acropoli e la Collina Orientale, dove vi è una piccola area attrezzata.

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