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Storia della Sicilia

un excursus dall'antico al moderno

Storia della Sicilia

Storicamente la Sicilia è stata sede della presenza umana fin dal tempo del Paleolitico supeiore (età della pietra), che comprende un arco di tempo da 60 a 20 mila anni prima di Cristo. Tale presenza è documentata dalle pitture murali della Grotta di Levanzo e della Valle del Rodano. Per questo diciamo che in un tempo presumibile che va da diecimila a qualche migliaio di anni ante Christum natum vissero nell'isola popoli la cui venuta, in transito o sedimentati, deve avere avuto ragioni determinanti. Ciclopi, Lestrigoni, Sicani, Elmi, Siculi e poi via via Fenici e i loro discendenti Cartaginesi, quindi Greci e Romani e i successori barbari dimostrano una verità semplice e chiara: la Sicilia fu lo spartitraffico naturale fra l'occidente e l'oriente fin dai tempi protostorici ai giorni d'oggi: infatti, in questa nostra isola tutti i popoli che si sono avvicendati, hanno trovato le condizioni più favorevoli di vita nel clima, nella fertilità dei campi e, allora, in una materia prima “l'ossidiana” lavorata a Lipari.

Nel v secolo, dopo la caduta dell'Impero Romano, la Sicilia fu terra di conquista dei Vandali, degli Ostrogoti, dei Bizantini, degli Arabi, dei Normanni sotto cui nacque il Regno di Sicilia con Federico II, ed infine dei Borboni diventando regno delle Due Sicilie. Annessa al Regno d'Italia nel 1860 con Garibaldi, l'isola fu attraversata da forti tensioni politiche e sociali, culminate nelle agitazioni contadine del 1893 dando vita ai Fasci. I problemi non risolti durante il fascismo, diedero vita al fenomeno della mafia, la cosiddetta “Onorata Società”, un'organizzazione senza eguali che controlla attività economiche e del sottogoverno.
Nel 1946 alla Sicilia fu concesso lo statuto speciale di regione autonoma con un proprio parlamento.

Le dominazioni in Sicilia

Grazie alla sua posizione strategica , nel cuore del Mediterraneo, la Sicilia è sempre stata una terra contesa dalle maggiori potenze, creando così una storia fatta di dominazioni che si sono succedute di volta in volta, creando così sempre nuovi assetti politici ed egemonie: dai tiranni delle colonie greche ai proconsoli romani, poi i Barbari, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi monarchi, Angioini, Aragonesi, i viceré spagnoli, ed i Borboni, che furono gli ultimi dominatori della Sicilia prima di cedere il passo alla dinastia dei Savoia.

Sicilia in età preistorica ed antica

Quando nel VIII secolo a.C. I Greci colonizzavano la Sicilia, il versante est dell'isola era abitato già dal 2000 a.C. dai Siculi, una popolazione del mediterraneo, mentre il versante ovest era popolato dai Fenici, di origine semita, e i Sicani, provenienti dalla zona iberica, abitavano il centro e la zona sudoccidentale. Nemici dei Greci furono soprattutto i Fenici, che oltre a dare origine ad importanti città come Palermo, Solunto e Mozia ben presto conquistarono la supremazia sul mare diventando quindi i soli intermediari tra Oriente ed Occidente, e per facilitare tali rapporti inventarono l'alfabeto fonetico. I Greci affermarono il loro dominio sull'isola nel 480 a.C. dopo la vittoria della battaglia di Imera contro i Fenici, dando così inizio all'apogeo della civiltà della Magna Grecia, che ebbe a sua volta fine nel 212 a.C. con la conquista di Siracusa da parte dei Romani; quest'ultimi furono caratterizzati dall'inizio di un economia schiavistica.
Tra il III ed il IV secolo a.C. cominciò l'affermazione del Cristianesimo, considerato un esempio tipico di 'sincretismo religioso', cioè una fenomeno che mescola elementi culturali, filosofici e religiosi di diversa provenienza.

Il Medioevo in Sicilia

Nell' 827 d.C. la Sicilia fu invasa dagli Arabi, che con Maometto si avvicinano alla fede della religione islamica; la velleitaria dominazione musulmana si protrae per circa due secoli facendo rifiorire l'isola sia economicamente che culturalmente; maggior prestigio ottenne la città di Palermo, che divenuta capitale, guadagna potere e un modesto aumento demografico grazie al grande sviluppo urbanistico.
Nel 1061, i Normanni sbarcarono sulle coste di Messina iniziando così le operazioni di conquista dell'isola; nel 1071 conquistarono Catania e poi Palermo, e nel 1091 con la caduta di Noto termina la trentennale conquista dei Normanni.
Nel 1130, con Ruggero II, ebbe inizio il Regno di Sicilia (con annessa Puglia e Calabria), durato fino al XIX sec.. Nel 1220 Federico II fu incoronato imperatore della Sicilia; il suo regno fu caratterizzato dalle lotte contro il Papato e dalla riorganizzazione amministrativa dell'isola e dalla sua capacità di favorire il commercio e le attività manifatturiere.
Nel 1250, dopo la morte di Federico II, si succede il periodo Angioino con Carlo I, ma il suo regno generò un diffuso malcontento causato dalla riduzione delle libertà baronali, da una gravosa politica fiscale e dal fatto che gli Angioini volevano trasferire la capitale da Palermo a Napoli; quasi sull'orlo della miseria, nel 1282 in Sicilia scoppiò una rivolta, nota come i 'Vespri Sicilani', che fu succeduta dal regno degli Aragonesi.

La Sicilia in età moderna

Da i 'vespri siciliani', le lotte tra Angioini (francesi) e Aragonesi (spagnoli) si protrassero per circa 20 anni e si conclusero con la vittoria degli spagnoli; la Sicilia divenne quindi una provincia aragonese. Gli Spagnoli governarono per circa 5 secoli, ma in Sicilia non riuscirono mai ad instaurare una forte ed influente autorità, tanto che i padroni dell'isola furono i grandi feudatari; inoltre governarono l'isola siciliana servendosi dei Vicerè (delegati del re). Il dominio spagnolo fu accusato talvolta di aver corrotto la Sicilia, di aver causato il suo declino economico e un difettoso assestamento sociale, di aver pervertito una ricca classe baronale, di aver fomentato le discordie interne e dato esempio di indolenza e apatia politica. Quest'epoca fu senz'altro segnata dalla fine della tolleranza religiosa con l'espulsione degli ebrei da tutti i territori spagnoli e dall'Inquisizione (tribunali del Santo Uffizio) con la quale la Chiesa esercitò il proprio potere oppressivo e punitivo.
Dal 1713 al 1720 il dominio dell'isola passò ai Savoia con Vittorio Amedeo II.
Nel 1720 con il trattato dell'Aia, ebbe inizio il regime austriaco sotto Carlo IV, provocando l'esodo della nobiltà verso il Piemonte. Nel 1734 le truppe borboniche invasero l'isola siciliana. Il loro dominio resistette sino al 1860 quando in seguito alla spedione dei Mille, venne instaurato il governo dittatoriale di Garibaldi che guidò il regno di Sicilia a divenire regione d'Italia quando nel 1861 si proclamava l'Unità d'Italia.

La Sicilia contemporanea

Lo stato italiano non riuscì da subito a rimediare ai radicati problemi sociali ed economici della Sicilia così che molti cittadini emigrarono in America; solo dopo la II guerra mondiale si cominciò a registrare una timida ripresa grazie alla modernizzazione delle indudtrie e dell'agricoltura, passando anche alla formazione dei primi partiti di massa e ad un'ampia partecipazione alle lotte sindacali nelle campagne e nelle fabbriche.
Il 28 dicembre 1908 Messina fu rasa al suolo da un terribile terremoto e proprio in seguito a questo disastroso evento che verrà approvata una legge che prevede stanziamenti a favore dei terremoti e provvedimenti volte a proteggere le industrie.
Nel 1946 in seguito ad un decreto legislativo la Sicilia, insieme con le isoele Eolie, ricevette lo status di regione autonoma.