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Il Pistacchio di Bronte

L'oro verde dell'Etna

Si è sempre scritto e detto molto di questo frutto e delle sue potenzialità, in primis che fosse un delizioso componente dolciario e poi ancora: un potente curatore, un balsamo per il petto, e che stimolasse “gli ardori di Venere”. Il pistacchio ha da sempre stuzzicato l’immaginario dei popoli per il suo colore verde intenso e il suo aroma pronunciato.

Il paese etneo di Bronte, è considerato lo scrigno che custodisce “l’oro verde“ del Vulcano e dell’intera isola. Qui fu portato dagli arabi ma fin dall’antichità era gia noto per le sue qualità; la pistacia vera (è questo il suo nome scientifico) fu conosciuto dai greci con il nome di pistàkian, i romani chiamavano i luoghi di produzione frastuchera locus, gli arabi lo chiamano ancora oggi frastuk, e i siciliani frastuca.

Il pistacchio di Bronte è oggi un frutto rinomato in tutto il mondo, ottenendo nel 2001 il riconoscimento DOP (denominazione d’origine protetta). La pianta del pistacchio cresce lentamente ma ovunque, longeva fino a 300 anni, si fa strada tra la nera pietra lavica guadagnandosi l’appellativo di spaccasassi. Le suggestive sciare laviche rappresentano infatti i terreni di produzione per eccellenza. La raccolta avviene ogni due anni (dispari) con oltre 30.000 quintali di prezioso “oro verde”.